Verbale di assemblea del 13 marzo 2019 "Progetto Chiusa di Casalecchio"

Oggi mercoledì 13.3.2019 sono convenuti presso la sede consorziale di Via della Grada 12 a Bologna, i seguenti interessati e sottoscrittori del documento d’intenti verso il contratto di fiume della Chiusa di Casalecchio e Bologna Città d’acqua: Fabio Marchi Segretario c/o Consorzi, Claudio Corticelli c/o Legambiente Marco Monaci, Claudio Cavazza, Leonardo Guarnieri Minucci, Francesco Besio e Vittoria Montaletti c/o Regione Emilia Romagna, Sara Simona Cipolla c/o Ordine degli Ingegneri di Bologna,  Stefano Pezzoli c/o Consorzio degli Interessati nelle Acque del Canale di Savena, Barbara Negroni ed Andrea Passerini c/o Comune di Casalecchio di Reno.

Fabio Marchi  in premessa mette al corrente il gruppo di lavoro del guasto prodotto al mantello di protezione della Chiusa di Casalecchio il 2 febbraio u.s. dalla piena e della pronta iniziativa manutentiva del Consorzio. Viene poi comunicata la  manifestazione di presentazione dell’IDROBO prevista per il 22.3.2019 alla quale sono invitati tutti i sottoscrittori.

Leonardo Guarnieri Minucci segnala che il rilascio dell’autorizzazione per l’intervento di rinalveamento in dx idraulica non rappresenta un problema e che non vi è dubbio circa il problema creatosi in sponda sinistra. Dichiara inoltre di ritenere ammissibile un intervento pubblico su un’opera privata quale è la Chiusa in considerazione della sua rilevanza.

Andrea Passerini ricorda che la sponda sinistra del fiume è nel periodo estivo fortemente frequentata cosa che induce a programmare eventuali lavori almeno a partire dalla seconda metà del mese di settembre.

Claudio Cavazza si chiede di chi è la competenza sull’area in argomento.

Barbara Negroni segnala l’esistenza di una moltitudine di vincoli.

Vittoria Montaletti disamina i vari vincoli sussistenti e da considerare in fase progettuale.

Francesco Besio ricorda che nel sopralluogo dello scorso anno era stata individuata un’area sulla quale si può in tempi brevi intervenire.

Claudio Cavazza si interroga circa l’obbiettivo idraulico da perseguire.

Fabio Marchi sottolinea la necessità di intervenire su un’area più vasta e di prevedere non solo il taglio degli alberi, ma anche il movimento della terra liberata dal vincolo della vegetazione.

Vittoria Montaletti valuta l’eventuale l’efficacia e i tempi di un’azione naturale.

Fabio Marchi rende noto di avere approfondito organizzativamente ed economicamente l’idea di realizzare un canale che concentri il flusso sulla bocca di presa dell’Incile accertando l’invasività e l’elevato costo dell’operazione.

Marco Monaci si chiede a carico di chi è il progetto di questo intervento.

Francesco Besio si chiede se si tratta di un problema di sicurezza pubblica.

Leonardo Guarnieri Minucci, precisando di parlare a livello personale, dichiara di ritenere di pertinenza regionale la riattivazione dello sfioratore mentre  la rimozione, a suo carico,  di una parte dei depositi in sponda destra  sarebbe più difficile.

Vittoria Montaletti sottolinea l’importanza di una corretta valutazione del rischio idraulico e prospetta la possibilità che la Regione Emilia Romagna si faccia carico del primo intervento di straordinaria manutenzione regolando poi il mantenimento nel disciplinare concessorio dei soggetti titolati alla derivazione.

Fabio Marchi ribadisce la primaria funzione della Chiusa di Casalecchio costruita per derivare acqua dal fiume Remo, ma  la non meno importante funzione di assestamento del territorio in quel tratto fortemente antropizzato. Viene inoltre ricordato che la Chiusa serve un vastissimo territorio grossomodo coincidente la parte di pianura della Provincia di Bologna.

Vittoria Montaletti ricorda che la Chiusa di Casalecchio, oltre a svolgere la funzione idraulica per cui è stata costruita,  riveste un’elevata importanza storico – paesaggistica – culturale.

Stefano Pezzoli ricorda l’importanza  della Chiusa di Casalecchio caratteristica già riconosciuta nei secoli scorsi ed annoverata fra le più rilevanti  antiche opere idrauliche funzionanti.

Marco Monaci rileva l’accertata necessità di un vero e proprio progetto di riqualificazione morfologica dell’area.

Vittoria Montaletti rende noto che la Regione Emilia Romagna sta predisponendo un piano di gestione dei sedimenti che certamente avrebbe efficacia anche su questo settore dell’area bolognese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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