La storia

Il processo nasce a fine 2015 per iniziativa dei Consorzi dei Canali di Reno e di Savena che svolgono un ruolo storico e fondamentale nella regolazione delle acque verso la città di Bologna, attraverso le chiuse di S. Ruffillo sul torrente Savena e di Casalecchio sul fiume Reno.

La realizzazione di iniziative e creazione di tavoli di confronto, tenutisi con il coordinamento del dott. Salvatore Giordano – AIRIS Srl, ha consentito nel luglio del 2016 di giungere alla firma di un documento di intenti con oltre 40 sottoscrittori ed il patrocinio da parte del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

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IL CONTRATTO DI FIUME DEL TERRITORIO BOLOGNESE CERCA DI AFFRONTARE E RISOLVERE PROBLEMI CHE NON HANNO TROVATO SOLUZIONE CON STRUMENTI TRADIZIONALI.

 

L’idea nasce anche per dare continuità e forza al piano di adattamento climatico (progetto “Blue Up”) approvato nel 2015 dall’amministrazione comunale di Bologna e il territorio bolognese, e soprattutto per dare risposte a quelle difficoltà che ogni giorno si trova ad affrontare chiunque operi sul territorio, senza spesso riuscire a proporre ed attuare azioni risolutive.

Le acque in un contesto urbano come quello bolognese rappresentano sicuramente un delicato intreccio di sensibilità, opportunità, interessi, e sono un bene limitato che va rispettato e valorizzato. Il contributo di quanti più soggetti portatori di interesse e la comune volontà di proporre nuove soluzioni rappresentano il valoro aggiunto di quanti hanno aderito e credono nel Contratto di Fiume.

Fabio Marchi

Segretario dei Consorzi di Reno e di Savena

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Contratto di Fiume Reno e dei canali bolognesi

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Consorzi dei Canali di Reno e di Savena

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